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Delle nove teste, la centrale

fu l’unica immortale.

Col respir annientavi

gli eroi che guardavi.

Cerbero negli Inferi vive ancora

e Nemeo il dolore ignora.

Ercole osò sfidarti

e Carcino volle aiutarti,

ma la morte vi strinse il corpo

in un unico abbraccio senza tempo.

Era nel cielo il ricordo vostro volle

e i corpi fluttuarono come bolle.

In stelle lucenti il corpo trasformò

e calata la sera esso brillò.

Nelle costellazioni la più estesa

ma la tua luce da tempo si è arresa.

L’Alphard invece affievolirsi non vuole,

illuminando il tuo volto e le stelle sole.

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I.C. DEVITOFRANCESCO-GIOVANNI XXIII-BINETTO"

CLASSE 3^ E